lunedì 30 giugno 2008

SIGH

CAPO PANZA: “certo che il blutufff della BMW del Gran capo fa proprio cagare, si sentono dei rumori, molto meglio quello della mia Opel

PIKU: “perché, la tua Opel ha il blutut?”

CAPO PANZA: “La mia-mia no, ma il modello come la mia solo appena più bella ce l’ha e va da Dio, me l’ha detto il concessionario”

a) Capo panza, l’invidia è una brutta bestia, esci dal tunnel che prima o poi il fegato ti finisce a forza di mangiartelo

b) Ti sfido a trovare un concessionario che dice che il blutut della macchina che vuole venderti fa cagare

Ah!...ma non avevi detto che il tuo era il modello super-iper-mega-ultra delax che solo tu e il signor Opel ce l’avete???...sfigato.

venerdì 27 giugno 2008

VACANZE

La mampi è partita domenica per il mare con la C., la sua amica, loro due e basta, ferie tra donne.
Dieci giorni di completo svincolo dalla famiglia, dalla casa, dal paesello triste in mezzo ai monti.
Ovviamente queste simpatiche vacanze comportano non pochi problemi a livello logistico.
Ovviamente si finisce per mandarsi tutti quanti affanculo allegramente.

Il papuz accende il gas per l’acqua della pasta a mezzogiorno e crede così di aver dato una mano a mandare avanti la baracca mente la mampi non c’è. Il rimanente tempo lo passa a lamentarsi perché la carne non la vuole, la pasta non la vuole, poi la vuole ma con meno sugo, poi il sugo è poco. E le zucchine tua mamma le fa con l’aglio e mi piacciono di più, e avrei voglia di latte ma il latte non c’è, non è che vai a prendermelo?, e la zuppa di pesce non la fai che avrei voglia?, e il pesce di questa zuppa è duro!, e tutti sti cazzi che dopo 10 ore di ufficio mi fanno venire istinti omicidi.

Evidentemente, non potendo contare sull’appoggio del capo famiglia, mi smazzo da sola tutte le cazzate che una casa richiede per andare avanti.
I gerani della mampi (che valgono più della mia vita), vanno bagnati e ripuliti dai petalini secchi che se no poverini soffrono, il terrazzo va scopato ogni sera perché i petalini secchi dei gerani bastardi lo inzaccherano, e poi devi pure passare lo straccio bagnato perché quei cazzo di petalini schiacciati dalla scopa lasciano scie violacee sulle piastrelle.
La lavatrice da fare, i panni da stendere (ma non in pieno sole mi raccomando che rovini il bianco e i colori) e poi da stirare (mi raccomando fai le cose bene).
La spesa da fare, il pranzo e la cena da preparare, la frutta che marcisce nella dispensa perché la mampi ne ha presa per 1600 persone e noi siamo 2, la verdura che marcisce nel frigo per lo stesso motivo, le cibarie che non ti ricordi mai di toglierle dal congelatore e il sugo che credi di avere e invece hai finito ecc. ecc.
Ah, ovviamente, incastrando il tutto perfettamente con i tempi dell’alveare operoso, che in questo periodo dell’anno raggiunge il picco massimo di operatività.

La Sharon in tutto questo finge di ringraziare ma in realtà si lamenta. Viene a pranzo da noi e un giorno la pasta non le va bene perché è poca, il giorno dopo perché è troppa, il giorno dopo ancora perché il sugo, forse, non so, è come se avesse troppo peperoncino.
Finisce di mangiare e si fionda a casa a fare “un po’ di siclett perché sennò guai”, ovviamente dare una mano le pare brutto, lei inizia alle 15:30, io alle 13:30, è giusto che sian cazzi miei…
Tuttavia a metà settimana le viene l’idea del secolo “papi, domani per pranzo ti faccio la pasta e fagioli col bimby che ti piace tanto”, e si guadagna il premio figlia d’oro 2008, felice e contenta ha dato una mano alla conduzione famigliare e per questo verrà elogiata a vita.

Ebbene, dopo tutto sto casino oggi è successo che:
Sul gas c’erano:
-la pentola delle zucchine che si stavano attaccando al fondo antiaderente (ebbene sì io ci riesco)
-la pentola con le uova che sfrigolavano schizzando olio ovunque
-la pentola della pasta e fagioli che ribolliva esondando sul fornello
Io nel frattempo:
-ritiravo i panni stesi al sole ad asciugare
-portavo la plastica, il vetro, le lattine, ognuno al proprio posto nei bidoni della raccolta differenziata
-andavo a raccattare il sacchetto del pane consegnato a domicilio perché il papuz (che quasi ci passa sopra col motorino) non si è ricordato
Il papuz nel frattempo:
-leggeva beato L’ALPINO sbragato sul divano
La Sharon nel frattempo:
non c’era perché “finisco tardi, prepari da mangiare per le 12:30?”

Ecco, in tutto questo, chiama la mampi

Piku rispondi tu che è tua mamma” (mi grida il papuz troppo impegnato nella lettura per alzare il culo)
Non ci ho più visto, mentre rispondo mando affanculo il papuz che mi ride in faccia perché non dovrei prendermela, la mampi sente ogni mia singola parola e inizia a lamentarsi del fatto che sono maleducata, e scortese, e non rispondere così al papà che mi fai pensar male, e la Sharon quando la chiamo non è agitata come te, e sei sempre nervosa, ma come mai sei così nervosa, e dimmi un po’ ma i gerani son belli, ecc. ecc.

Inutile dire che ho finito la telefonata mandando a cagare la mampi che adesso terrà il muso fino a Natale, mandando a cagare il papuz che se la ride di gusto e mandando a cagare pure la Sharon che, arrivata in tempo per metterci il becco, mi dice che devo rilassarmi un po’ e prendere la vita con più calma, che non posso essere nervosa sempre, che risulto antipatica e mi vengono le rughe.

Ma andate un po’ affanculo tutti quanti.

Gerani compresi.

giovedì 26 giugno 2008

DISEGNO TECNICO

ORE 10:00
Pimporlo stacca dal blocco della carta millimetrata un foglio formato A3, con molta calma e cura ripone il blocco nell’armadietto della cancelleria e, lentamente, va a depositare il foglio in questione sulla propria scrivania (che risulta intonsa e perfettamente ordinata con tanto di computer spento).

ORE 10:30
Pimporlo rientra in ufficio dopo essere “salito a controllare una cosa” mezz’ora prima, il foglio è ancora intatto.

ORE 11:45
Pimporlo impugna matita e scalimetro e tutto beato si cimenta nella produzione dell’ennesima tavola di Autocad a mano. Dalla scrivania iniziano a piovere rotolini di gomma causati dalle continue cancellature.

ORE 11:00
Iniziano a levarsi bestemmie e improperi d’ogni sorta dalla scrivania del Pimporlo, seguiti dopo qualche minuto da un rumore simile a quello della vecchia pubblicità della candeggina ACE (straaaaaap!).

ORE 11:15
Dopo aver terminato le bestemmie standard, dopo essere passato dalle bestemmie inventate a quelle doppie, Pimporlo fa una palletta con il foglio di carta millimetrata e la getta nel cestino.
Triste ed incazzato, si rivolge scocciato per l’umiliazione del gesto a Capo panza pregandolo di fare un disegnetto in Autocad (quello vero).

ORE 11:19
Capo panza termina il disegno e lo porge, sghignazzando, a Pimporlo, il quale, con sguardo truce ed espressione imbufalita lo fissa dritto negli occhi e gli dice “non fare il figo con me che l’esperienza che ho io tu te la scordi col tuo Autocad del cazzo…”.

Scoppia l’euforia totale generale globale nell’ufficio tecnico, praticamente chiunque, qui sul piano uffici dell’Alveare operoso, sta ridendo in faccia al Pimporlo incazzato nero, che, testa bassa e coda in mezzo alle gambe, “sale a controllare una cosa”.

Si presume che non lo si rivedrà fino alle ore 16:00.

martedì 24 giugno 2008

RIFLESSIONE

Riflettevo prima tra me e me...
Se uno fa in media 10 ore di straordinari a settimana, fanno 40 ore in un mese, giusto?
Giusto!
Ossia una settimana lavorativa in più, secca, precisa, ogni mese, giusto?
Giusto!
Una settimana al mese son 12 settimane all'anno, giusto?
Giusto!
12 settimane son tre mesi, giusto?
Giusto!
Ecco...riflettevo...e son giunta alla conclusione che sono una testa di cazzo e prima o poi qui dentro farò la muffa...giusto?
Giusto!!!! dannata idiota!!!

lunedì 23 giugno 2008

SPLENDIDO SPLENDENTE

Son passati tre giorni e ancora mi gratto, o mamma, tutta un’ orticaria, sgrat sgrat sgrat, fastidio…io mica pensavo che si dovesse portare un antistaminico per entrare in un negozio di abiti da sposa.
Sabato come già anticipato, spedizione pro-abito per la D., insomma, pare che in caso di matrimonio sto benedetto vestitino sia indispensabile, e dunque, pronti via, si parte alle 14:30, (come precauzione e anche un po’ come protesta al candido mondo in cui sto per essere catapultata mi munisco di sandaletto rosso tacco 9 con plateau e cinturina di vernice in tinta, si sa mai) fa un caldo boia, si va con la D., la sua mampi e l’Archi (ebbene sì alla fine è venuta pure lei) a scegliere l’abito da sposa.
Sogno proibito di ogni donna (???), meta agognata di ogni fidanzata (???), tripudio di candore e ricamini, lui, l’abito per eccellenza, euri su euri di stoffe e drappeggi che finiranno in un baule in soffitta dopo nemmeno 24 ore dalla prima volta in pubblico.
Ci sono tre cose che detesto in un vestito, nell’ordine, 1- il colore chiaro, 2- il tulle, 3-i ricamini corallinosi, ecco, devo dirvelo che in un vestito da sposa, se va bene, te ne becchi 2 su 3?
Non appena entriamo nel negozio due tipe allucinanti si appropinquano con fare minaccioso, la trucidona nerotinto e la sciattona lunghiriccigrigiossignur.
La D. richiede vestito semplice, niente ricami e fronzoli, stile impero.
Inutile dire che alla fine del tour de force, uscirà dal negozio dopo aver acquistato un vestito che con le sue idee di partenza non c’entra, ma proprio niente di niente.
Eccoci dunque nella stanzetta della prova, trespolino su cui salire, mutanda e reggiseno e via, si parte.

Vestito numero 1, stile impero, bianco latte con opulento ricamo sotto al seno, tutto un paillettare sbrilluccicoso, spalline sottili; risultato, la D. sembra mia nonna in una sottoveste comprata dai cinesi, orribile.

Vestito numero 2, spezzato, bustino rigido con passamaneria in paillettes argento e discreti corallini trasparenti, gonna liscia e semplice, il tutto ricoperto da un sottile strato di voile bianco, bello, carino, la D. risplende e sembra una fatina, ma cazzarola, quel voile fresco e candido mi fa molto estate, il 6 dicembre forse non va benissimo…aleggia perplessità.

Vestito numero 3, ommioddio, strati e strati di tulle, ricoperti da balze e pieghe e ghirigori di seta pesante e cresposa d’un bianco splendente, il tutto tempestato di brillantini luminosissimi e spruzzatine d’argento, la D. sembra barbie polvere di stelle e dopo essersi guardata allo specchio trattiene un conato di vomito e rifiuta, con gran gioia delle presenti.

Vestito numero 4, spezzato, anche lui bustino rigido, ma di cadì pesante d’un bel bianco latte, discreti drappeggini effetto vitino da vespa, qualche brillante corallino trasparente su una parte di bustino, pulito. Gonna morbida che cade a pennello a formare delle graziose canne che terminano in una coda lunga il giusto. La D. sembra una statua, bellissima, elegante; vestito semplice ma non povero, lavorato ma non tanto da farla sembrare una meringa, insomma, le piace, ci piace, è favolosa.
Nemmeno un difettino, neanche piccolo piccolo, semplicemente bella.
Il vestito è suo, era lì ad aspettarla, sembrano fatti l’uno per l’altra, qualche piccolo dettaglietto anti freddo, et voilà, visto, piaciuto, comprato.

Io dico che sarà un matrimonio semplicemente splendido…peccato che sarò troppo ubriaca per rendermene conto, si sa, per affrontare certe cose l’unico modo è attaccarsi alla bottiglia…

venerdì 20 giugno 2008

SIGH

"Ho scoperto che preferisco le boliviane alle brasiliane, te la danno prima, paghi un cuba libre e trombi tutta notte"

...Ah...Pimporlo quanto sei cosmopolita...

giovedì 19 giugno 2008

MA 'NDO VAI???

Ecco di seguito i risultati di un’indagine fresca fresca svolta oggi nell'ufficio tecnico dell' Alveare operoso (con l'ausilio ed il benestare di Capo panza e Riccioli d'oro):
OGGETTO: Pimporlo, ma 'ndo vai?
RISULTATI: Dalle ore 7:00 alle ore 17:30 di oggi, 19-06-2008, si è cronometrato il tempo di NON permanenza di Pimporlo alla sua postazione di lavoro, per un totale di 3h:55':33,60''.
CONSIDERAZIONI: I rimanenti tre tecnici dell'ufficio hanno deciso che il Pimporlo merita la statuetta del fancazzista d'oro (rimane da chiarire dove sia stato durante tutto il tempo).

mercoledì 18 giugno 2008

MAMPI

Poiché “la Mampi è sempre la Mampi” ecco qui un bel post tutto dedicato al suo compleanno.
Va chiarito subito che la mia non è mai stata una Mampi-amica / Mampi-sorella, anche con lei come col Papuz ci sono una quarantina d’anni di differenza d’età e dunque, certi discorsi e certe confidenze che le ggiovani adolescenti d’oggi si scambiano con le loro ggiovani mamme moderne per noi sono ancora tabù, e per fortuna, mi dico ora.
E specifico ora perché a dir la verità, in passato, un po’ c’ho sofferto per questo suo essere genitore intransigente e con opinioni così lontane dalle mie, e solo adesso inizio ad apprezzare il tipo di educazione rispettosa delle regole e piuttosto rigida che i miei mi hanno dato.
La Mampi è una donna forte, ancora oggi, e il suo carattere duro e un po’ scontroso di adesso è il risultato delle molte difficoltà affrontate durante gli anni passati.
Ha lavorato in fabbrica per anni, facendo turni estenuanti, mandando avanti una famiglia che comprendeva oltre a me, al Papuz e alla Sharon anche la nonna, malata e non del tutto autonoma.
Ha superato, durante questo tran tran, la perdita della figlia maggiore, la mia sorella M. che io non ricordo perché troppo piccola ai tempi del fattaccio.
Ha pianto, un sacco di volte, ed è stato terribile non poterla consolare, ha riso altrettante volte mostrando quella sua adorabile finestrella in mezzo ai denti.
L’ho vista felice e serena, e per almeno il triplo delle volte incazzata nera come solo lei sa essere con me.
Ho avuto la febbre per un milione di volte e per un milione di volte lei mi ha portato il termometro, il fazzoletto bagnato come solo lei sa fare, il the caldo raffreddato che a me piace solo il suo, e la tachipirina.
La Mampi, contro il parere di tutti, ha deciso di non abortire quando io dovevo nascere (ai tempi avere un figlio a 40 anni era inusuale e piuttosto rischioso), ha deciso che ne valeva la pena pur sapendo quanto sacrificio le sarebbe costato, ha deciso senza tenere in considerazione il fatto che 40 anni tra madre e figlia sono tanti, e si sentono, e a volte poi ti fanno dire cose che una figlia non vorrebbe sentirsi dire mai e che lasciano cicatrici come solo i tagli profondi sanno lasciare.
E poi si cresce, e sembra che le cose si sistemino e tutto possa funzionare e si arriva ad ora, qui, adesso, e tutto sembra accettabile e che ci si possa stare bene.
Adesso che ti vien voglia di abbracciarla la Mampi e di farle tanti auguri con un bacetto e un bel regalo.

martedì 17 giugno 2008

ADESSO BASTA !

Dalle 21:00 di ieri sera sono una non fumatrice.
Ho deciso.
A dir la verità non è la prima volta che provo a smettere, anzi, a dir la verità avevo smesso senza nessuna fatica leggendo il libro “smettere di fumare è facile se sai come farlo”.
Era stato bellissimo, liberarmi dal fumo era stato un vero piacere, scoprire che il libro era efficace, pagina dopo pagina mi aveva reso davvero contenta, stavo meglio e poi…
Lo ricordo come se fosse ieri.
A febbraio spengo l’ultima sigaretta, senza fatica e senza rimpianti, pian piano inizio a respirare meglio, percepire di nuovo il sapore buono dei cibi, il profumo delle cose, vado in bici e non boccheggio, la pelle torna rosea e luminosa, la ritenzione idrica si attenua. Inizio perfino ad essere infastidita quando passo vicino a qualcuno che fuma, per l’odoraccio schifoso che emanano le sigarette.
Procede tutto benissimo, il fumo ormai è un ricordo che affiora ogni tanto ma non mi da fastidio, non mi innervosisce non mi tenta più.
Andiamo in vacanza ad agosto, Amorucchiolo, la D. con l’A. ed io.
E lì, tra le sabbie d’Egitto, il tracollo psicologico.
E’ sera, dopo una bella cenetta ci mettiamo sotto le stelle a bere un buon caffè, la D. unica fumatrice del gruppo si accende una sigaretta, Amorucchiolo, che sporadicamente fa qualche tiro scroccando qua e là se ne accende una, poi mi guardano e mi dicono “dai che te ne frega, sono mesi che non fumi, non sarà certo per questa che ricominci, sei in ferie fregatene”.
E’ stata la fine, il tracollo, mi sono ritrovata il giorno dopo a cercare come una disperata un pacchetto di bionde in giro per la terra dei faraoni.
Ho ricominciato, come prima, peggio di prima.
Giustamente il libro diceva “…è importante non accendere mai più una sigaretta, perché sarebbe sufficiente per ripiombare nel baratro…”, beh, posso testimoniare che è vero.
Adesso ho deciso, arriverò in ferie quest’anno libera dal fumo, voglio godermi le vacanze e la compagnia senza quell’orribile saporaccio in bocca.
Così su due piedi ho trovato alcuni buoni motivi per farlo, me li appunto qui come promemoria.
Dunque, se smetto:
# Risparmio 600,00 euri all’anno (indicativamente, se i prezzi non aumentassero e se non iniziassi a fumare ancora di più, fattori che potrebbero farmi arrivare anche a 750,00 euri) che non sono pochi e che fanno sempre comodo
# La pelle respira e torna ad essere rosea e luminosa
# La ritenzione idrica diminuisce perché la micro circolazione trova giovamento dal ripristinato funzionamento dei piccoli capillari atrofizzati dalla nicotina
# L’alito non puzza più, di posacenere, di acido, di schifo, e posso dunque evitare di masticare in continuazione gomme e tornare a parlare serenamente faccia a faccia con le persone
# I vestiti non puzzano più di fumo e schifezza, annusando le maniche eviterò di svenire e al mattino non mi sentirò male se indosso la felpa del giorno prima.
# Ovviamente il rischio di cancro ai polmoni, direttamente correlato all’abitudine del fumo si abbassa.
# Ovviamente si abbassano anche le possibilità di problemi cardiaci e circolatori che potrebbero derivarne (che parlarne a 26 anni sembra lontano ma poi il tempo vola)
# Aumentano la resistenza cardiaca e circolatoria durante lo sport
# I miei dentini, che pure resistono alla nicotina, non rischieranno di diventare gialli e sporchi
# Forse, ma non è detto, sarò meno irascibile
Il gioco alla fine è semplice, resistere.
La questione una sola, non accendermi mai più una sigaretta.
E speriamo bene…

lunedì 16 giugno 2008

VADE RETRO...

La tentazione è forte, fortissima, basterebbe aprire il cassetto e…no, non posso, il diavolo tentatore è chiuso lì dentro, a pochi centimetri dalle mie mani ma io gli resisterò, stoica ed impassibile.
Fingo di non sentire il suo richiamo che manda in iper attività le mie papille gustative, fingo di ignorare la carezza soave del profumino che fuoriesce dalla cassettiera.
Fingo di non sapere che lì dentro, in un’elegante scatola di metallo, sono contenuti 50, dico 50, deliziosi, cremosi, dolci e freschi cioccolatini after eight.
Direttamente dal Regno Unito, gentile omaggio del Gran capo in persona, incartati singolarmente in cartine color moka, loro, i cioccolatini per eccellenza.
Un guscio di sottile e croccante cioccolato fondente, liscio e brillante che racchiude come un tesoro un ripieno cremoso e fresco di menta piperita, l’estasi del palato, la gioia dei sensi, il piacere del peccato in 3,5 cm quadrati di puro piacere.
Se solo non mi fossi ingollata un budino al cioccolato Lindt a pranzo, ecco, ora io aprirei quella scatola e due di loro finirebbero dritti dritti nelle mie fauci per allietare questo tristissimo, grigissimo, umidissimo pomeriggio autunnale di metà giugno.
Ma dopotutto ho una dignità, e dunque, l’incontro Piku VS. After eight è rimandato a domani.

venerdì 13 giugno 2008

NIENTE DA FARE

Ore 15:00 Gran capo in ufficio solo soletto, ora o mai più...

PIKU: "Gran capo, stasera posso uscire alle 18:00?"
GRAN CAPO: "motivo?"
P: "eh, sai com'è, è venerdi, ci sono gli europei, avrei fatto comunque 9 ore, sarebbe bello"
GC: "scordatelo!"

Ore 17:30 Ultima possibilità

PIKU: fingendo di riflettere ad alta voce "Uff...non mi sento per niente bene...mamma che capogiri...sarà la pressione bassa"
dall'ufficio del Gran capo
GC: "Te lo scordi, anzi, falla finita perchè ti licenzio"

Ecco spiegato il perchè del mio ascoltare la partita alla radio del cellulare con l'auricolare...in una ditta spopolata e vuota dove gli unici rimasti siamo io (in quanto femmina e dunque immeritevole) e lui (in quanto unico uomo disinteressato agli europei).

giovedì 12 giugno 2008

E MI SI SCUSI LA FRIVOLEZZA

Da qualche mese a questa parte io adoro lo sciopping…mi piace, mi gratifica, mi rende sorridente, soprattutto da quando ho acquisito una taglia decente (48/46, sì ve lo assicuro, se scendete da sopra, la 48/46 è decente e dignitosa e, cosa non trascurabile, si trova in giro, nei negozi, nei modelli da donna).
Tuttavia, c’è una forma di sciopping che non solo è gratificante, è di più, è estremamente goduriosa.
Stamattina, io e la Sharon ci siamo date allo sciopping massivo per il suo fighissimo negozio di scarpe. E’ stato bellissimo, una vera immersione tra tacchi e suole piatte, velcri e stringhe, pelle e nappa, camoscio e tela, colori soft e laminati; abbiamo provato e riprovato scarpe e sneaker, e alla fine, soddisfatte, abbiamo chiuso l’ordine primavera/estate 2009 Nero Giardini (la scarpa ufficiale del dottor House).
Ora, sembrerà banale, ma pensate alla felicità di un nuovo paio di scarpe, ecco ora moltiplicatelo per 50, questo è quanto.
Io adoro il fighissimo negozio di scarpe della Sharon e amo lo sciopping massivo.
Piccolo dettaglio, non ci siamo ricordate di chiedere l’importo totale dell’ordine…non è grave…perlomeno finché il Gran capo non chiederà delucidazioni in merito…

mercoledì 11 giugno 2008

SIGH

“Metto la canottiera e poi esco che fa un freschino, che se vado a casa così, prendo la polmonite”

E magicamente, Pimporlo, estrae dal cassetto della scrivania una canottiera visibilmente usata, di lanetta giallognola, la infila a mò di gonna sopra i jeans e poi sotto la maglietta, ed eccolo…pronto per uscire ad affrontare il clima polare di questo 11 Giugno.

Per la cronaca, il termometro segna 27,6 °C.

E-MAIL ATTO SECONDO

E’ arrivata un’altra e-mail della D., e questa volta è quella buona.
Sabato 21 alle 15:00 si va, lei, la sua mampi ed io a provare e comprare l’abito da sposa.
Ha tenuto a precisare che questo sabato non mi ha chiesto di accompagnarla perché sarà solo una perlustrazione senza fini di acquisto (l’Archi ci teneva a farle vedere il negozio ed allora ci va con lei).
Sono contenta, perché nell’e-mail la D. ribadisce un sacco di cose già dette, ma pur sempre piacevoli e rincuoranti, che mi hanno fatto capire quanto sono stata stupida a mettere in dubbio la profondità della nostra amicizia.

O_o

Ossignur, rileggendo il post mi sono accorta di aver scritto una roba quasi sdolcinata…ma che mi succede oggi?

martedì 10 giugno 2008

BEN ARRIVATO!

Oggi la giornata non poteva iniziare meglio, appena sveglia ho trovato questo sms sul cellulare:
“Alle 4:19 è nato L. Pesa 3,655 kg, la mamma e il bimbo stanno bene”
Evviva!!! Ben arrivato L., finalmente!
Il bimbetto è il figlio della M. e dell’A., il suo papà lavora con me da sempre, è il magazziniere di fiducia dell’alveare operoso.
L. non poteva scegliersi due genitori migliori, ragazzi giovani con i valori di una volta, quelli che li renderanno una mamma e un papà fantastici, non ho dubbi.
Tutti i miei auguri a te cuccioletto, non sto a dirti che la vita a volte sarà in salita e che incontrerai mille persone ma solo poche saranno buone, c’è tempo per spaventarti, adesso riposa e dormi beato che di fatica ne hai fatta anche tu.
Un bacio piccolo con un grande in bocca al lupo.

lunedì 9 giugno 2008

SHARON STONE

Ecco lo sapevo, è arrivato anche il momento della Sharon stone, ho cercato di lasciar correre, di mantenere la calma, di non far caso a tutte le piccolezze come faccio di solito, di tenermi a bada, di non lasciare che la vena di insofferenza che scorre in me debordasse e finisse per inondare un post.
Ovviamente non ce l’ho fatta.
La Sharon stone, come già detto in precedenza, è mia sorella, la mia sorella maggiore, di 14, lunghissimi, pesantissimi anni, maggiore.
Il nomignolo appioppatole la dice lunga, io e lei non potremmo essere più diverse di così;
Quarant’anni, un fisico taglia 44 con una terza generosa, occhi verdi, capelli biondi, ben truccata e vestita e profumata e pettinata e quanto altro fa figo sempre, carattere a detta di molti solare, insomma, una personcina veramente a posto; tutti si stupiscono quando diciamo che siamo sorelle, guardano lei con gli occhi a cuore e poi guardano me con aria stupita, come a dire “ma a te che cazzo è successo?” oppure azzardano battutine spiritose del tipo “ma i genitori sono gli stessi?”.
Dice, e molti lo confermano, di assomigliare alla divina Sharon Stone, quella vera; si taglia i capelli come lei, sorride come lei, e quando qualcuno glielo fa notare, beh, si scioglie in brodo di giuggiole e dietro a un “ma dai figurati, magari fossi così” in realtà nasconde tutto il suo orgoglio di donna in piena crisi di mezza età, crisi che ovviamente lei rinnega e annulla con una sonora risata .
Inutile dire chi è la coccolina della famiglia, vuoi mettere occhidacerbiattocuorcontento Sharon contro brontoloringhiopentoladifagioli Piku?
Nelle discussioni lei ha sempre ragione, la mampi e il papuz la adorano, potrebbe uccidere cento bambini entrando in un asilo con un mitra, e loro la giustificherebbero dicendo che purtroppo anche lei ogni tanto ha dei momenti di tensione.
Non sbaglia mai un colpo, non ha studiato perché, poverina, non era portata per la scuola, io l’ho fatto ma sono ignorante, perché chi studia non fa fatica e non si sobbarca i doveri della vita; va dal dermatologo per farsi consigliare una crema anti cellulite, perché alla sua età con un fisico così bisogna far le cose per bene, e incontra a pieno i favori di mampi, io vado dal dermatologo perché perdo i capelli a ciocche e, ovviamente, butto soldi per cose che tanto poi si sistemano da sole; la frase che la mampi adora ripetere è “è così generosa con te la Sharon…” sì, verissimo, molto generosa, davvero, peccato che lei sia la moglie del Gran capo, con una relativa dotazione di euri smisurata, mentre io per il Gran capo ci lavoro e basta, con conseguente discrepanza di possibilità di spesa e fiorir di accuse di tirchieria.
Insomma, in casa mia ho imparato che il detto “ubi maior minor cessat”, quando c’è di mezzo la Sharon va applicato alla lettera.
Abbiamo litigato parecchio in passato, va un po’ meglio da quando ha aperto il fighissimo negozio di scarpe, e per qualche strano motivo mi ha permesso di starle vicino ed aiutarla un po’. Per lo meno così non mi sento del tutto un’estranea; la cosa ovviamente ha portato con se notevoli vantaggi, la mampi non ci vede più litigare dunque crede di aver realizzato il sogno di famiglia felice, il papuz ha gli occhi che brillano quando gli dico vado in negozio a dare una mano, lei sorride beata convinta di avermi finalmente condotto sulla retta via, raggiungendo l’apice della felicità quando riesce a spalmarmi in faccia fondotinta e mascara.
Ovviamente io le voglio bene, molto bene, è indiscusso; è solo che lei a volte mi fa da mamma e la cosa un po’ è frustrante, come è frustrante del resto avere un termine di paragone così perfetto, sempre, e forse, per la differenza d’età, robe da sorelle normali non ne abbiamo fatte mai.
Io non sarò mai come lei e a volte, quando vedo che si usano due pesi e due misure ci soffro un pochino. Tutto sommato ci sono stati periodi ben più difficili, e a parte questo piccolo sfogo, dovuto forse alla mia insofferenza di questo periodo, oppure alla competitività della Sharon che ogni tanto viene fuori e mi taglia le gambe…beh…ecco, si vivacchia mica male.
Ok ok, l’invidia è una brutta cosa direte voi ma non è del tutto così, certo, farei a cambio subito con il suo super fisico, ma il problema è un altro, ossia la mia totale inadeguatezza rispetto a lei,…non lo so, la colpa non è ovviamente tutta sua, capisco, ma è così che mi sento, inutile e inadeguata, quasi sempre.

venerdì 6 giugno 2008

E-MAIL

E' arrivata una mail dalla D.

Rullo di tamburi, tensione che tira i nervi del collo, sudore che imperla la fronte, un leggero tremore nella mano che impugna il mouse...

o_O

OGGETTO: Barzellette!!!

o_O

D., mavvaffanculo, te e le barzellette!!!

CURVE

Il Gran capo è in Inghilterra a comprare una nuova macchina per l'officina, a quanto pare lassù, oltre a pioggia, trench, the e ombrelli, vanno fortissimo anche con le macchine per la lavorazione dell'acciaio zincato.
Dunque per ben tre giorni, il capo assoluto, incontrastabile, capacissimo ed iper-efficiente dell'ufficio commerciale sono io, niente-popò-di-meno-che io.
Arriva allora, alle otto questa mattina, un simpatico cliente, il signor Homo neanderthalensis della Rincoglioniti srl.
Irrompe nell'ufficio tecnico, con tanto di salopette blu chiazzata d'olio e arroganza cronica stampata in faccia, e attacca bottone:

HOMO NEANDERTHALENSIS: "buongiorno signorina, c'è nessuno oggi?"
PIKU: "nessuno dove?"
HN: "qui in ufficio, avevo bisogno di un preventivo per due pezzi"
P: "ci sono io, dica pure (enorme coglione se mi parli vuol dire che qualcuno vedi? no?)
HN: "no, io dicevo, non c'è un tecnico?"
P: "ci sono io, sa com'è, non sembrerebbe ma sono un tecnico pure io...(no è che la scrivania qui me l'hanno data perché ci son le vetrate e la mia pianta grassa cresce meglio)"
HN: "forse lei non capisce, io dicevo, non c'è un tecnico, nel senso di tecnico maschio"
P: "ah ho capito, lei cerca uno con la barba, i peli sulle gambe e tutti gli attributi a posto"
HN: "ah ah ah esatto proprio così"
P: "spiacente non c'è nessuno, guardi, perché ho fatto una ceretta completa due giorni fa, altrimenti il 90% dei suoi bisogni poteva essere soddisfatto"
HN: ...
P: "dunque...che pezzi le servono?"
HN: "ecco, son due curve, sa le curve, quelle che curvano a destra o a sinistra in base a come le monti?"
P: "si, curve, quelle che curvano, le conosco..."

Ovviamente il preventivo è stato fatto e le curve, quelle che curvano, sono in produzione.
Ovviamente la prossima volta, il signor Homo neanderthalensis, chiederà ancora di poter parlare con un tecnico maschio, dopotutto sono una femmina, e come dice lui "le è andata di culo oggi è? che c'ha imbroccato col preventivo?"

giovedì 5 giugno 2008

SEMINI

E mentre sono qui, a sguazzare nella mia pozza di tristezza mista a senso di fastidio, non posso far a meno di notare che i punti neri sul naso di Riccioli d’oro sembrano dei deliziosi semini di fragola; già già, semini di fragola in tutto e per tutto, colore, forma e dimensioni.
E volendo ben guardare, i comedoni, conferiscono al naso un simpatico effetto capitonnè, in stile divano del settecento.
Secondo me li coltiva, tipo con degli impacchi di grasso di foca sul naso la notte, con tanto di bendaggio occlusivo con pellicola domopak.
Sì sì, quella lì non può essere una crescita spontanea, escluso proprio.

UFF...

Stamattina piove, ma che strano, una pioggia continua ed insistente.
Stamattina il Gran capo ha chiamato alle 6:55 per vedere di corsa sette offerte in fase di acquisizione.
Stamattina mi sono ricordata che, porca puttana, stasera in palestra verrò pesata e cazziata.
Stamattina dopo aver acceso computer e cellulare, ho constatato che la D. non si è in alcun modo fatta viva.

Chi ben comincia…

mercoledì 4 giugno 2008

AHPPERO'

Ricevo via SKYPE questo messaggio dalla cugina Archi:

"mi ha appena chiamato la d. che ha preso appuntamento per il vestito dopo merate per sabato 14 se l'accompagno...dovrei metter su un'agenzia per gli abiti da sposa..."

Ahpperò...ma allora "vorrei che tu venissi con me", "sei la prima a saperlo", "ci tengo tanto che tu venga con me", "voglio che mi aiuti a scegliere", sono solo una marea di stronzate dette per l'enfasi del momento???

Mi sa proprio di sì, ovviamente continuo a sperare in un messaggio, una telefonata, una mail, che mi dicano che sabato 14 non posso proprio mancare alla scelta del vestito da sposa della d., la mia migliore amica...

Ovviamente se la richiesta arrivasse, sarei ben lieta di andare con lei...

Ovviamente non arriverà nessuna richiesta e ci rimarrò malissimo per i prossimi sei mesi.

martedì 3 giugno 2008

JEANS

E va bene che sono dimagrita un pochino e che la palestra aiuta e tutto il resto, però devo assolutamente capirla che no, i jeans a vita bassa, così bassa, non fanno per me.
Il lardello inferiore, quello che sta tra l'ombelico e l'elastico della mutanda si valorizza all'ennesima potenza con queste braghette, esonda, sembra un budino in procinto di scivolare giù dal piatto.
Dannata idiota che non sono altro.