martedì 29 aprile 2008

PIMPORLO

Ebbene sì, l’ora è giunta, oggi Pimporlo ha “passato il segno” e dunque la mia ira funesta ricadrà su di lui.
Per comprendere al meglio l’essenza e la personalità del caro collega, bisogna capire cos’è un pimporlo; il termine pimporlo è stato coniato dalla Ringhio (altro ufficio altra collega) per definire tutto ciò che è alto, rinsecchito ed assolutamente inutile…dunque ho preso in prestito questo simpatico neologismo che vi assicuro calza a pennello.
Pimporlo è, nel nostro ufficio, l’acerrimo nemico di Capo Panza, non riconosce la sua autorità, lo contraddice a priori su qualsiasi argomento, crede di essere il miglior tecnico al mondo e dunque, gli rode parecchio non essere al suo posto.
Qui, all’alveare operoso, lo odiano tutti; è insopportabilmente tronfio e pieno di sé, arrogante con tutti indistintamente, talmente un pallone gonfiato da credere che chi lo incontra, non lo saluti per timore reverenziale e non per una forma di repulsione profonda.
E’ ignorante da far schifo, talmente ignorante da scrivere “ah chiamato” dopo avere chiesto più volte (più volte perché nessuno se lo fila) “scusate, ha chiamato si scrive con l’acca? E se sì, l’acca va prima o dopo la a?”.
Pimporlo non sa usare Autocad, cosa abbastanza grave in un ufficio tecnico, e, tuttavia, non pago del suo deficit, si bulla della cosa sostenendo che disegnare a mano su carta millimetrata fa risparmiare tempo.
Disprezza tutto e tutti, sempre, e il lavoro bene fatto secondo lui è solo quello che porta la sua firma; a detta sua è un mago dei cantieri, poco importa se il mese scorso è stato pesantemente cazziato dal Gran Capo in persona per aver fatto 30 ore di rilievi in cantiere a fronte delle 55 ore di mano d’opera impiegate per finire il cantiere stesso…
Pimporlo puzza, mamma quanto puzza, si lava il venerdì, né una volta in più né una volta meno, perché, dice lui, i saponi del giorno d’oggi sono dannosi per la pelle che per star bene ed essere bella sana, dev’essere “ricoperta del suo grasso naturale”.
In ufficio Pimporlo vegeta, non sa usare il computer, per cui delega il suo lavoro agli altri (nella fattispecie a Riccioli d’oro) salvo poi lamentarsi dicendo che avrebbe fatto prima e meglio lui a mano; Dovendo tuttavia ingannare il tempo in qualche modo durante la permanenza alla scrivania, si scaccola o, in alternativa tossisce, girandosi con tempismo perfetto verso la scrivania di Riccioli d’oro.
Adora ripetere con voce in falsetto ogni parola che sente, o ogni suono (compreso il trillo del telefono), si sente autorizzato ad immischiarsi in qualsiasi altrui discorso; nessuno lo interpella mai volentieri perché ciò comporta un sermone interminabile che a volte Pimporlo porta avanti per ore senza avere più nessun interlocutore di fronte.
Quando il suo cellulare squilla, Pimporlo ci grazia facendoci ascoltare le sue esilaranti suonerie a tutto volume (già, volume al massimo perché così quando è in cantiere non si perde nessuna chiamata, abbiamo provato a spiegargli che il cantiere non è l’ufficio ma l’ho detto che è ignorante…) per minuti e minuti prima di rispondere, e quando ciò accade, si alza e sfila per tutto l’ufficio con una mano che regge il telefono e l’altra infilata nei pantaloni (qualcuno dice direttamente nelle mutande)a grattare…beh…non fa distinzione tra fronte e retro…
Tuttavia, la frase più significativa che Pimporlo pronuncia e rende perfettamente il suo essere 36enne giovane e moderno è: “Adoro le ragazzine di Natal (Brasile) perché te la danno a prezzo, sai com’è, non sono come le 20enni, non capiscono ancora il valore della f..a.”
Ecco, Pimporlo fa schifo così…

SIGH

“Pronto sono F., volevo chiederti, l’accordo per l’appalto dei lavori al cantiere XXX è verbale o a voce?”
mmm, verbale?”
“Lo sapevo che era verbale e non a voce ma volevo una conferma, grazie mille”

EDDECHE’???

lunedì 28 aprile 2008

LA Sig.ra R.

Oggi è un giorno così…di quelli che non vorresti vivere mai, che non vorresti ricordare, e che, tuttavia, ti rimarranno in mente per molto, molto tempo.
Oggi la sig.ra R. verrà accompagnata in chiesa da un corteo di persone tristi e lascerà il mondo terreno per avvicinarsi a Dio, perché ne sono certa, se il paradiso esiste è lì che lei arriverà.
La sig.ra R. è morta il 25 aprile, festa della liberazione, e non si può certo dire che abbia scelto una data inappropriata, consumata voracemente dalla leucemia, lottava da due anni con tutte le sue forze contro un male che è stato più forte di tutto, delle cure, delle preghiere, della sua forza fisica e morale; ora è libera, dal dolore, dalla sofferenza, dalla lucidità che l’ha portata a sentire la morte che le stava col fiato sul collo fino all’ultimo minuto…
La sig.ra R. aveva 54 anni, era la mamma dello S., il mio migliore amico, era una donna provata dalle sfortune che il destino mette sulla strada delle persone buone, e, una cosa è certa, meritava molto di più dalla vita.
Oggi è un giorno in cui vorrei sedermi a parlare con Dio, gli vorrei chiedere perché, perché sempre le persone buone, sempre le persone forti, sempre le persone che tengono unite le famiglie, sempre chi non lo merita proprio; e va bene, non sono nessuno per giudicare chi lo merita e chi no, ma certamente al mondo ci sono milioni di persone che se la cavano sempre e comunque pur non meritandolo, e vaffanculo, di cuore, a tutti quelli che dicono che Dio sceglie le persone migliori da tenere accanto a se, non ci credo, mi rifiuto, preferisco pensare che sia un’ingiustizia così almeno mi posso sfogare.
Ho passato questi tre giorni accanto allo S., a vedere ciò che resta di un corpo devastato dalla malattia, a chiedermi perché la gente entra nella stanza dov’è composta la salma, con una faccia contrita e sull’orlo delle lacrime, resta 5 minuti, dice stronzate del tipo “il Signore l’ha chiamata a Sè, ora è felice, sta bene così” e poi se ne va, felice come una Pasqua non appena oltrepassata la porta, parlando di cose che, adesso più che mai mi sembrano inutili e stupide.
Ho passato questi tre giorni a cercare di far sbollire la rabbia che mi prende allo stomaco volta che qualcuno che conosco muore, senza riuscirci ovviamente, perché rimango del parere che non doveva andare così, rimango del parere che se il 15 gennaio i medici dichiarano dai tre ai sei mesi di vita poi non è giusto che uno debba morire davvero, non è giusto che solo le promesse di morte vengano mantenute, non è giusto che ti dicano che “adesso sta bene così” perché non è vero, perché a 54 anni vuoi vivere, vuoi vedere la tua nipotina crescere, e sentirla parlare e chiamarti nonna, e goderti l’estate e il Natale e tutto il resto.
Il destino a volte mostra proprio il peggio di sè.
Riposi in pace,
Amen.

venerdì 25 aprile 2008

SIRMIONE


Oggi gitarella a Sirmione, devo dire che, a parte l’esordio disastroso, tutto sommato ci siamo pure divertiti.
Partiamo alle 9:45 (mattinieri non c’è che dire…) in direzione della ridente località lacustre, e dopo un breve tratto scorrevolissimo di superstrada, arriviamo al casello di Seriate per immetterci sull’autostrada, ritiriamo il biglietto per il pedaggio, saliamo la rampa di accelerazione e…tappo enorme, gigantissimo e soprattutto fermo immobile di macchine, 10 minuti 10 per passare dalla corsia di immissione alla seconda corsia…
La giornata si preannuncia disastrosa, la faccia degli ometti si imbufalisce, iniziano a sbuffare e ad emettere grugniti di ogni sorta, la tensione si taglia a fette…
Ci godiamo 45 minuti di coda quando una brillante idea balena nel cervello della F., tagliamo per i paesi…no! Santissimo Iddio no, vi prego non datele retta, non può succedere anche questo…
Tutti d’accordo (eccetto la sottoscritta che ovviamente deve sempre avere opinioni contrastanti da quelle del resto del mondo), ci avventuriamo nel cuore della Bassa e cerchiamo, guidati da un navigatore satellitare ubriaco e da un autista inacidito dalla partenza col botto, di raggiungere la meta agognata…
2 ore 05 minuti dopo arriviamo a Sirmione, i parcheggi, ovviamente, sono completamente occupati, pertanto, lasciamo la macchina a 2,5 km dal centro (con conseguente aumento dei grugniti e dei borbottii) e via, verso nuove ed incredibili avventure…
Sirmione conserva sempre un certo fascino, personalmente la preferisco in autunno, con un filino di nebbiolina (si sono una persona un tantino triste me ne rendo perfettamente conto), tuttavia la giornata è soleggiata ma non troppo calda, le stradine del centro storico sono ricche di balconcini fioriti e di negozietti davvero carini, il castello poi fa sempre la sua gran figura, svetta contro l’azzurro del cielo che si confonde all’orizzonte con le acque lacustri.
Pranzetto delizioso all’aperto, un buon bicchiere di lugana e una passeggiatina per agevolare la digestione del fritto misto coronano la nostra giornatina di vacanza.
Ci rimettiamo in coda (questa volta a piedi!!!) per uscire dalle mura del centro e poi, dopo un rientro certamente più mite dell'andata, eccoci qui, di nuovo a casina, ovviamente non senza aver comperato un ricordino della giornata...un delizioso sacchetto con pezzettini di sapone profumato al fiore d'olivo da mettere in macchina al posto dei soliti deodoranti per auto super chimici...buonissimo...

mercoledì 23 aprile 2008

SIGH

Capopanza mi chiede "scusa, hai aperto il file delle offerte?", rispondo di no, lui ribatte "non è che per caso è quell'icona ridotta, lì, sul monitor in basso a destra?", ...

...Ah!!!... ho deciso, metto come sfondo una foto di me in costume, poi vediamo se guarda ancora tanto spesso il monitor altrui...cretino!!!





Estratto di telefonata tra pimporlo e operaio in cantiere:
O.I.C.: i pezzi che hai fatto costruire ieri non vanno bene
P.: perché?
O.I.C.: le misure sono sbagliate
P.: nel senso che...sono sbagliate?
O.I.C.: ...
P.: ok dai, scendo in officina e teli faccio fare uguali...

...Ah!!!...non riesco nemmeno a commentare, a volte l'idiozia riesce ad essere spiazzante.

(dovrò parlare di Pimporlo prima o poi, ma non è così semplice l'analisi di un personaggio del genere)

PAPUZ

Oggi il papuz (il papuz è il consorte della mampi, loro sono i miei genitori) compie settant’anni, è nato il 23 Aprile 1938, nevicava, dice sempre lui.
Il nostro rapporto non è stato facile, mai.
43 anni di gap generazionale non sono uno scherzo, vaglielo a spiegare tu che i tempi sono cambiati…
Ad esempio, lui non accetta l’idea che i carboidrati sono una droga pericolosissima perché lui, da piccolo, per levarsi la fame, come merenda era costretto a rubare le briciole dal paniere; il pane allora era un lusso…
Oppure , lui non si convincerà mai che il forno a microonde (in casa mia è fatto divieto assoluto di introdurne uno) non causa tumori al cervello, pur scongelando una teglia di lasagne in 5 minuti; inoltre, rimarrà per sempre convinto che noi “gente che non lavoriamo” (ovvero tutti noi non abbiamo un lavoro strettamente manuale), prima o poi diventeremo acefali miopi a causa del computer.
Il papuz è una persona solida, moralmente e fisicamente, a settant’anni non ha mai preso un antinfiammatorio, non sa cosa sono i dolori cervicali e quando prende il raffreddore crede di essere in fin di vita perché è la malattia peggiore che abbia mai contratto. E’ incorruttibile e irremovibile quando prende una posizione, non l’ho mai visto scendere a compromessi, con nessuno, lui mi ha insegnato che se hai la coscienza è a posto allora puoi andare per la tua strada, dritto come un treno e non capiterà niente di male.
E’ un gran lavoratore il papuz, fa il piastrellista da 56 anni, ha le ginocchia consumate, la schiena ricurva a forza di lavorare inginocchiato ed è pure un poco sordo, tuttavia non la smette ancora di darsi da fare, sa cosa sono la fatica ed il lavoro duro, perciò, ai suoi occhi acquisti valore tanto più fai fatica nella vita.
Non ci ha mai fatto mancare niente, nemmeno il superfluo, scuole di buon livello, vestiti nuovi sempre, la macchina in garage 6 mesi prima di compiere i 18 anni…eppure…litighiamo sempre, perché io cerco invano di fargli capire che nella vita c’è un aspetto a lui sconosciuto, quello dell’affetto.
Mai un bacio, una abbraccio, un complimento, nemmeno il giorno degli esami di maturità è stato “clemente”, gli dico “sai papuz ho finito gli esami, 80/100”, risposta “è normale no? Uno fa le superiori e alla fine ha gli esami di maturità, non vedo dove sta’ l’eccezionalità della cosa…”.
Ecco il papuz è così, basta un’occhiata a farti capire che è meglio se raddrizzi il tiro e cambi strada, basta un grugnito per farti capire che non ci si deve lamentare mai, del lavoro, del moroso, della famiglia, della vita in generale, perché siamo al mondo per faticare, dunque, testa bassa e avanti.
Tuttavia, sarà l’età avanzata, sarà il peso dei ricordi, ultimamente il papuz è diventato sensibile, a modo suo, ovvio, la sua passione più grande sono gli Alpini, le adunate degli Alpini, le sfilate degli Alpini, i cori Alpini ecc. ecc., bene, da qualche tempo in casa abbiamo notato che affiorano delle lacrime ai suoi occhi quando gli piazziamo nel lettore DVD (ovviamente lui non si degna di accenderlo, troppo tecnologico) i documentari degli Alpini e lo lasciamo solo.
Fa quasi impressione vedere l’omone commosso seduto sul divano davanti alla TV.
Dicono tutti che siamo uguali il papuz ed io, testa dura e un po’ orsi…forse è per questo che non gli ho mai detto che gli voglio bene, forse è per questo che anche se ci scorniamo tutti i giorni rimarrà sempre per me un modello da seguire.
Auguroni papuz, sei un grande e ti voglio bene.

martedì 22 aprile 2008

SIGH...

Estratto di dialogo tra PIMPORLO e CAPOPANZA

P: domani devo rinnovare la tessera in palestra
C: anche a me è scaduta ma non la rinnovo più...ormai ho comprato la WII mi fa fare un sacco di attività fisica

...Ah!!! e pensare che c'è gente che ancora perde tempo a studiare scienze motorie...

CANTIERE EDILE


Ebbene sì, nell'alveare operoso (che sarebbe poi la ditta dove lavoro), c'è un RSPP (responsabile per la sicurezza, la prevenzione e la protezione dagli infortuni) che sarei poi io...

Dopo ore e ore di corso di formazione, dopo aver ottenuto gli irrinunciabili attestati di partecipazione, eccomi, pronta ad analizzare prevenire e ridurre i rischi di ogni cantiere, officina, ufficio, magazzino che mi capitino a tiro...

Oggi, guardando fuori dalla finestra dell'ufficio, sbirciando nel cantiere che sta di fronte a noi, lo sguardo è incappato in questo esempio di norma 626 applicata in ogni suo cavillo...
Si notino le scarpe antinfortunistiche, l'elmetto, gli otoprotettori il tutto perfettamente indossato e utilizzato come richiesto dalla normativa...

lunedì 21 aprile 2008

CAPO PANZA

Siccome passo in ufficio dieci ore al giorno (e cinque il sabato), i maggiori spunti per l'analisi dei casi umani mi arrivano proprio da lì.
Nel ridente UFFICIO TECNICO della ditta dove lavoro ci sono, oltre a me, tre singolari personaggi degni di analisi psicologiche approfondite, che non mancano mai di stupire anche i loro più attenti conoscitori...
In ordine di gerarchia (concetto piuttosto astratto all'interno dell'azienda, diciamo che i ruoli da noi non sono esattamente nitidi) e per rispetto delle convenzioni, citerò per primo CAPO PANZA.
Lui è il responsabile dell'ufficio tecnico, 30 anni, 1,72 mt per 84 kg (ecco perchè panza...), calvizie più che incipiente, è dotato di peluria termoisolante nera e foltissima su tutto il resto del corpo (mani e collo compresi), sposato ormai da tempi immemori e papà di due figli, veste orribili jeans sformati e vecchissimi sormontati da felpe tempestate da chiazze più o meno unte o, nella versione estiva, da polo a manica corta, il tutto di almeno 2 taglie più grandi della sua.
Passa gran parte del tempo in ufficio, a pontificare circa qualsiasi argomento venga toccato durante la giornata, il resto del tempo lo impiega a deliziarci con le sue ultime trovate in campo tecnologico.
E' diventato il nostro capo perchè sta con l'azienda dal giorno della sua apertura, non possiede titoli di studio appropriati al ruolo che ricopre, non conosce la maggior parte delle coniugazioni verbali e della grammatica italiana, ha serissime difficoltà nel rendersi conto che al mondo non esiste lui soltanto.
Eppure ci sono delle cose che, non posso negarlo, gli riescono benissimo:
1- Parlare a voce altissima, soprattutto quando sta risolvendo un problema che vuole farci credere irrisolvibile e, nell'ufficio accanto, siede sul trono Pininfarina rosso lacca, Sua Maestà IL GRAN CAPO;
2- Parlare a voce ancora più alta del solito, camminando avanti e indietro per tutto l'ufficio, cellulare alla mano e auricolare blutooth attivo (lui non parla accostando il telefono all'orecchio, è un tipo troppo tecnologico per una bassezza del genere);
3- Picchiare a intervalli regolari il pugno sulla scrivania, durante un qualsiasi discorso che lascia intravedere una sua possibilità di supremazia sul suo interlocutore;
4- Non soffiarsi mai il naso provocando ad ogni respiro una serie di grugniti e soffi che lo rendono simile a una cinta senese che grufola in cerca di ghiande;
5- Leggere ogni singola parola che compare sui monitor dei suoi colleghi, essendo all'ultima scrivania e vedendosi i nostri monitor tutti allineati, come resistere???
6- Starnutire emettendo un rumore che supera i 110 dB e facendo seguire il tutto da un'allegra esclamazione: "Porca putt..a";
7- Ruttare rumorosamente, specificando tempestivamente che "non era un rutto era un singhiozzo";
Tuttavia, siccome l'organigramma aziendale esiste sulla carta ma non è applicato e applicabile, non manca mai occasione di ricordare a CAPO PANZA che non ha motivo alcuno di alzare la cresta, io poi, non dipendendo da lui per lo sviluppo e la redazione dei preventivi mi godo perlopiù lo spettacolino dei tre galli nel pollaio (oltre a CAPO PANZA ci sono anche RICCIOLI D'ORO e PIMPORLO) che si beccano per la leadership del nostro piccolo ufficetto (oltre ovvivamente a sorbirmi la fastidiosissima compilation di suoni e gorgoglii emessi alle mie spalle).
CAPO PANZA non è male come potrebbe sembrare, è davvero un tipo grezzo ed egocenrtico però sa essere, al bisogno, un consigliere obbiettivo e un ascoltatore interessato, capisce al volo quando qualcosa non va e tende a passare oltre le discussioni abbastanza in fretta.
Forse per il suo passato da adolescente sfigato e frustrato emarginato dal gruppo, adesso è un filino arrogante quando cerca di ricordare che il capo è lui e quel che dice lui è giusto (non importa se ci sono un milione di prove contro di lui), inoltre non va dimenticato che è per metà bergamasco e per metà siciliano (avete presente il marmo, ecco in confronto alla sua zucca è budino).
C'è comunque di peggio in azienda, ad esempio il capo dell'ufficio amministrativo, CAPRONE...ma questa è un'altra storia...
Buona notte...

ECCO PERCHE'...

Un blog tutto mio, finalmente, un angolino dove tutti possono leggere ciò che scrivo ma nessuno sa che faccia ho.
Fin da piccola mi hanno insegnato a non parlare male della gente, a non esprimere giudizi affrettati sulle persone, ad avere un atteggiamento moderato e corretto, a tenere per me giudizi poco condivisi dai più...ora basta.
Da tempo ho imparato che raramente se una persona mi sta antipatica a pelle sbaglio, che se di una persona la gente parla male, in fondo i suoi buoni motivi ce li avrà, che un atteggiamento moderato e corretto a volte è proprio frustrante e, soprattutto, che avere giudizi diversi dal resto del mondo non fa di me una persona orribile...
Detto questo, tengo a precisare che mai e poi mai vorrei che le persone direttamente coinvolte in questi miei "sfoghi" venissero a conoscenza del blog, perchè i giudizi e le opinioni si sa, a caldo possono davvero essere acidi e "compromettenti"...